La Tecarterapia, conosciuta anche con il nome Tecar o Trasferimento Energetico Capacitivo-Resistivo, è un tipo di trattamento elettromedicale che serve a curare traumi e patologie che riguardano nello specifico l’apparato muscolo-scheletrico. La tecnologia impiegata è un brevetto internazionale del marchio Tecar, della Unibell international.
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Gli effetti si vedono già dopo un ciclo di 5-10 sedute ravvicinate nel tempo anche se, a seconda del caso, potrebbe essere necessario un ciclo più lungo o sedute di mantenimento nel tempo.
Inizialmente, la Tecarterapia veniva utilizzata nei trattamenti degli infortuni sportivi. Oggi, include tantissime categorie di persone, dagli anziani, ai lavoratori con determinate problematiche. È particolarmente applicata:
- nel recupero da infortuni, come distorsioni, tendiniti, lesioni tendinee, borsiti, traumi ossei e problemi articolari;
- nel trattamento di patologie muscolari e osteoarticolari, come stiramenti, strappi muscolari, contratture, sciatalgie, artrosi, miositi, lombalgie e infiammazioni osteoarticolari;
- nelle riabilitazioni post-operatorie.
È una termoterapia endogena. La parola “termoterapia” indica la “terapia del calore”, diffusa da molto tempo anche in terapie precedenti come infrarossi, ultrasuoni e laserterapia. Il termine “endogena” significa che il calore parte dall’interno del corpo. Lo strumento della Tecarterapia ha la funzione di stimolare la produzione di calore inducendo il corpo del paziente a farlo autonomamente.
Infine, è importante sapere che il dispositivo Tecar può lavorare in modalità capacitiva o resistiva. La prima serve per il trattamento dei tessuti molli, (muscoli, tessuto connettivo o vasi sanguigni e linfatici); la seconda è ideale per tessuti con un’alta resistenza (ossa, tendini, legamenti, cartilagini).
Per quali patologie si usa la tecarterapia?
Le zone del corpo umano più adatte al trattamento tramite Tecar sono ginocchio, spalla, piede, polso, anca, caviglia, mano e colonna vertebrale. Le patologie coinvolte sono le seguenti:
- muscolari (Contratture; contusioni; stiramenti o strappi; edema)
- dolorose della colonna (Lombalgie; dorsalgie; cervicalgie)
- della spalla (Tendinopatie; capsulite adesiva)
- del gomito (Epicondilite; epitrocleite)
- del polso e della mano (Tendiniti e tenosinoviti)
- dell’anca (Coxartrosi; pubalgia; borsite)
- del ginocchio (Condropatia rotulea; lesioni traumatiche dei legamenti; distorsioni; gonartrosi)
- della caviglia e del piede (Fratture; distorsioni; tendinite; fascite plantare)
- Riabilitazione post-chirurgica
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