CERVICALGIA E FISIOTERAPIA
Vediamo insieme cos’è la cervicalgia e come si può intervenire con la fisioterapia
Il dolore al collo, più precisamente chiamato “Cervicalgia”, è una condizione molto comune che può colpire la popolazione in una fascia d’età molto ampia, la percentuale maggiore è tra le persone dai 18 ai 55 anni; i sintomi percepiti dai pazienti possono essere molto eterogenei tra loro.
La Task Force della Bone and Joint Decade (TBJD) descrive, in maniera generale, le problematiche legate al rachide cervicale come “dolore localizzato nella regione anatomica del collo con o senza irradiazioni lungo la testa, il tronco e gli arti superiori” individuando 4 tipologie di dolore cervicale suddivise in base al grado di severità dei sintomi e al loro conseguente impatto sulla vita quotidiana:
Gradi di Cervicalgia
1) Grado 1: dolore cervicale senza segni o sintomi irradiati, nessuna o minima limitazione nello svolgimento delle attività della vita quotidiana (ADL);
2) Grado 2: dolore cervicale senza segni o sintomi ma con alcune limitazioni delle attività della vita quotidiana;
3) Grado 3: dolore cervicale con segni neurologici di compressione radicolare (come per esempio alterazioni della sensibilità, sensazione di aghi/spilli/formicolio/bruciore lungo l’arto superiore fino alla mano);
4) Grado 4: dolore cervicale con segni e sintomi di una patologia strutturale più grave (ad esempio fratture, infezioni, tumori e patologie sistemiche)
Quali sono però le cause principali che possono portare una persona a sviluppare dolore al collo? I due fattori principali sembrano essere sedentarietà ed elevato indice di massa corporea (BMI), ovvero essere in sovrappeso. Un altro fattore molto importante per il rischio di sviluppo di dolore cervicale, che si riscontra nella società odierna, è il frequente movimento di estensione del collo durante la giornata, questo può succedere soprattutto a chi lavora tutto il giorno davanti al computer con lo sguardo e la testa protesi verso lo schermo. Infine si è osservato che un soggetto affetto da lombalgia e/o dorsalgia è più predisposto rispetto ad un soggetto sano a sviluppare anche cervicalgia, questo ci può far pensare che, dolore o mancanza di movimento in un distretto adiacente comporta adattamenti nelle articolazioni vicine andando a “sovraccaricare” anche altri parti del corpo inizialmente non dolenti.
Cervicalgie e traumi
Sarebbe da fare poi un discorso a parte per tutte quelle cervicalgie dovute ad un trauma o ad un infortunio come può essere per esempio il classico “Colpo di frusta” dove ovviamente vi è uno stretto nesso di causa-effetto tra meccanismo traumatico e sintomatologia algica percepita dal paziente. Per quanto mi riguarda, la gestione di un paziente che si presenta in studio lamentando un dolore cervicale, parte sempre e comunque dall’anamnesi, iniziando ovviamente dai sintomi che la persona riferisce (intensità e localizzazione del dolore) si andrà poi ad indagare le diverse attività che questa cervicalgia va ad inficiare, verranno indagati poi anche eventuali dubbi, paure, credenze della persona stessa riguardo ai sintomi che sente, in modo tale da educare il paziente ed, in questo modo, avendo una visione più chiara della situazione, renderlo parte integrante e parte attiva di tutto l’iter riabilitativo. Dopo l’anamnesi verrà effettuata una valutazione fisica che prevede sia l’esecuzione dei movimenti fisiologici del rachide cervicale (flessione, estensione, rotazioni e inclinazioni laterali) e test funzionali ortopedici e neurologici per capire quale o quali tessuti possano essere responsabili della sintomatologia algica percepita dalla persona.
Come interviene il fisioterapista
Funzionalmente, il rachide cervicale è diviso in cervicale superiore, media ed inferiore, il fisioterapista possiede diversi strumenti che può utilizzare per trattare queste parti al fine di alleviare il dolore ed, eventualmente, aumentare la mobilità di un collo rigido ed ipomobile: il massaggio mio-fasciale, le mobilizzazioni articolari, le manipolazioni, sarà il terapista stesso ovviamente a scegliere quale tecnica è meglio per la persona che si trova davanti e soprattutto a quale distretto indirizzarla. Superata la fase acuta è opportuno poi iniziare un programma di esercizi volti a rinforzare la muscolatura, in modo da prevenire, o meglio ridurre, il rischio di recidiva. Come sempre il piano riabilitativo deve essere cucito ad hoc sulla persona che si ha di fronte, sia per quanto riguarda la tipologia di esercizi ma anche e soprattutto per quanto riguarda il volume e l’intensità degli esercizi stessi. Parlando sempre a livello generale, gli studi ci dicono che gli esercizi di rinforzo muscolare per la muscolatura di collo, spalle e schiena hanno effetti benefici nel medio e lungo termine sulle persone affette da dolore al collo. Una menzione deve essere fatta anche per l’esercizio/attività aerobica che, soprattutto per le persone con cervicalgia cronica (quindi che dura da diversi mesi), nonostante lavori a livello generale su tutto quanto il corpo, ha un effetto positivo sulla sintomatologia algica percepita. Come sempre la via della guarigione è attraverso il movimento del nostro stesso corpo, purtroppo non abbiamo ancora scoperto la pillola magica che fa sparire all’improvviso ogni dolore ma sicuramente l’attività fisica è la carta migliore che ci possiamo giocare per stare meglio e sentirci bene e quindi…affidatevi sempre a persone che promuovono il movimento attivo e l’attività fisica in generale.